Qualche giorno fa, guardando il cielo ad est dopo l’imbrunire, ho intravisto le Pleiadi sorgere all’orizzonte. È il segnale che l’estate è definitivamente finita e arriva la mia stagione preferita. Fine solo astronomica perché le temperature sono ancora altissime, da record dicono i climatologi. Forse, là fuori, c’è ancora qualcuno che nega il cambiamento climatico in corso. Non so più che dire. Come non so bene quali danni porterà tutto questo. Perché ci saranno e li dovranno subire i nostri figli e nipoti.
Non resta altro da fare: vivere la bellezza che abbiamo intorno ed esserne testimoni. Godiamocela questa natura. È una missione che investe tutti noi.
Passi compiuti
Ovvero di tutto quello che abbiamo percorso e ci portiamo dentro.
Il 24 settembre abbiamo compiuto un’escursione ai piedi del Monte Alben. Era una giornata incredibilmente tersa e l’aria fresca ci ha accompagnato. I ragazzi si sono divertiti: rifugio e malga con formaggi, gli abbracci con una capretta linda come nemmeno quella di Heidi, un sole che ci è stato amico e tanti boschi e praterie e pareti rocciose.
Ho appena iniziato il corso di approfondimento per Guide Ambientali dedicato all’interpretazione ambientale. “Narrare la Natura” il titolo. Cosa è l’interpretazione della natura? Si tratta di una disciplina ancora relativamente poco nota in Italia, all’estero, in america, denigrabili su quasi tutto tranne che sulla comunicazione e gestione dei loro parchi naturali, la chiamano “Heritage Interpretation".
Se volete approfondire potete leggere qui. Freeman Tilden, il primo che ebbe questa intuizione, la racconta così:
L’ interpretazione è un’attività educativa che ha come scopo quello di rivelare significati e correlazioni attraverso l’uso di oggetti originali, esperienze dirette, mezzi illustrativi e non semplicemente con la comunicazione di un fatto.
Si tratta di prendere le informazioni scientifiche e ambientali (o storiche o antropologiche ecc.) e saperle raccontare a un pubblico non specialistico. Un racconto che deve coinvolgere e trasmettere un significato che vada oltre il “semplice” dato tecnico.
La prima “lezione” del corso ha riguardato l’invenzione dei parchi italiani. Siccome sto leggendo “Il Paesaggio” di Michael Jakobs ed è materia che mi affascina tantissimo, mi sono chiesto quanto l’approccio delle origini sia cambiato e quanto cambierà nel futuro. I parchi (quello d’Abruzzo, oggi anche del Lazio e del Molise, e quello del Gran Paradiso) nati come riserve di caccia sono diventati aree di conservazione, oasi di una immaginata natura intatta. Ma cosa saranno e come saranno percepiti tra qualche decennio? Credo sia strettamente connesso alla nostra sensibilità sociale, al nostro sguardo (cosa vediamo quando vediamo un paesaggio? Abbiamo lo stesso sguardo che avevano i nostri nonni? e i nostri nipoti cosa cercheranno?) che sono in continuo mutamento.
Quelli da compiere.
Ovvero di quello che abbiamo ancora da scoprire
Ci sono tante novità. Una ormai probabile collaborazione con un tour operator inglese per escursioni sul lago d’Iseo per l’estate prossima e, forse, ma qui incrociamo le dita, una serie di laboratori di educazione ambientale per la scuola dell’obbligo.
Sono segnali che questa strada iniziata esattamente un anno fa diventa ogni giorno più nitida. Una spinta, via via più decisa, verso quel cambiamento che auspico e che ho sognato in questi mesi.
Queste le prossime escursioni:
7 ottobre (domenica), Monte Sparavera e Malga Lunga. Da Valpiana, nel comune di Gandino, verso il crinale che separa questo versante dalla Val Cavallina e il lago d’Endine. Paesaggi, boschi e alpeggi che meritano. Con la storia della Resistenza a farci da cornice.
14 ottobre (sabato), ritorniamo ai ruderi della Diga del Gleno, ormai vicinissimi al centenario della tragedia. Per chi si fosse perso l’uscita di luglio ripetiamo l’esperienza. Stavolta con partenza da Vilminore perché il bus fino a Pianezza è stato attivo solo durante l’estate. Poco male.
15 ottobre (domenica). Dalla Val Calepio fino ai Colli di S.Fermo. La prima uscita che introduce la corsa in natura. Senza cronometri, tabelle o agonismo. “Primi passi nel Trail Running” abbiamo pensato di chiamarla, io e il mio amico-collega Luca Gheza, grande UTMB finisher (e di altre blasonate gare) e, da pochi mesi, istruttore di running. Sarà la prima uscita di una serie dedicata all’introduzione di tecniche, materiali ed esperienze legate alla corsa in natura.
Per le iscrizioni, visitate il mio sito: www.gualtierolinetti.com
Alcuni link letti in questo mese e che potrebbero interessarvi:
Avrete sentito le polemiche sulla pista del Bob a Cortina. Costi proibitivi per un singolo evento e pochissimi praticanti. Lo sfacelo in cui versa quella di Cesana Torinese, usata per Torino 2006 è lì come un monito. Le Dolomiti avevano bisogno di un altro scempio? Ecco pare ci si possa ripensare. Qui invece un resoconto della manifestazione tenutasi a Cortina il 24 settembre.
Ancora funivie e nuovi impianti sciistici. Sempre meno giorni-neve (per le temperature) e nessun incremento di praticanti. Quale è il senso? Un po’ come la corsa al centro commerciale più grande. Una corsa al gigantismo. Stavolta tocca al Tonale.
Un bell’articolo di Jacobin Italia su un’altra parte di montagna devastata: le Alpi Apuane.
Era il 2010 quando Mark Linkous moriva suicida a soli 47 anni. Stava per comporre un disco con il suo pseudonimo Sparklehorse. Non fu mai pubblicato, fino a oggi. Un cantautore mai abbastanza ascoltato e ricordato. Ecco il suo postumo Bird Machine.
Grazie per aver letto fino a qui, potrei essere stato un po’ palloso. Farò del mio meglio nel prossimo dispaccio.
Se vuoi dirmi qualcosa, suggerimenti, critiche o commenti, puoi rispondere a questa mail oppure su Instagram o Facebook. X o Twitter è andato a male e non lo aggiornerò più.
Se vuoi sostenere questo progetto con un caffè, puoi farlo QUI.
Come disse Baden-Powell, quello dello scoutismo: “Cercate di lasciare questo mondo un po' migliore di come l'avete trovato”.
Gualtiero.